Arte e Legalità: I Papaveri di Vincent Van Gogh

Sono piuttosto numerose le opere d’arte rubate nel corso degli anni e solo in alcuni casi sono state ritrovate. I furti d’arte spesso sono avvolti dal mistero e hanno, non a caso, ispirato non pochi romanzi e film. Ci sono, come spesso capita, teorie complottistiche che affermano che alcune importanti opere dei più celebri musei siano in realtà delle copie, in quanto gli originali sarebbero stati rubati e mai più ritrovati. Una dellepiù famose opere d’arte rubata è:

I Papaveri (1887), Vincent Van Gogh

Dipinto da Vincent Van Gogh e rubato dal Museo Mohamed Mahmoud Khalil al Cairo nell’agosto del 2010. Il dipinto raffigura dei fiori di papavero gialli e rossi su uno sfondo scuro. Si ritiene che Van Gogh abbia dipinto quest’opera tre anni prima del suo suicidio e che sia stato ispirato dall’ammirazione per il pittore francese Adolphe Monticelli, un pittore più anziano di Van Gogh, il cui lavoro influenzò l'artista quando lo vide per la prima volta a Parigi nel 1886. Il dipinto ha un valore di circa 50 milioni di Euro, e non è certo difficile quindi capire il motivo per cui è stato rubato. Il furto del 2010 non è stato nemmeno il primo per questa celebre opera d’arte; era infatti già stata rubata dallo stesso museo nel giugno del 1977 e dopo una lunga operazione di ricerca, fu ritrovato dieci anni dopo in Kuwait. Poche ore dopo il furto del 2010, i funzionari e la polizia egiziani credevano di aver scoperto i ladri all’aeroporto internazionale del Cairo e quando i due sospettati tentarono di salire a bordo di un aereo diretto per l’Italia furono fermati, ma questo sospetto si rivelò infondato e il dipinto non è stato ancora ritrovato.

-Gabriel Basile

Arte e Legalità: I furti dell’urlo di Munch

Spesso pensiamo che lo spaccio di droga o di armi sia quello più diffuso, senza dare peso a un altro “mercato nero” alquanto produttivo, la cui “merce” trafficata ha la maggior parte delle volte un valore inestimabile. Stiamo parlando del mercato nero dell’arte, che esiste da quando esiste l'arte stessa. Il furto delle opere oltre che essere compiuto per guadagnare, può essere compiuto per ricattare lo Stato o per tenere l’opera per sé stessi. O ancora, in tempi passati, poteva trattarsi di bottino di guerra.   

Oggi quello della Gioconda è considerato il furto d’arte più clamoroso del XX secolo. Ma i furti nel corso della storia sono stati molti e causano ogni anno danni per miliardi di dollari. Un'altra opera molto famosa che è stata rubata, non una, ma ben due volte, a distanza di dieci anni, è proprio l'Urlo di Munch. Di cui vi erano tre versioni, realizzate tra il 1893 e il 1910, una si trovava esposta, e le altre due erano conservate in magazzino.

Il primo furto

Il primo avvenne il 12 febbraio 1994, il dipinto si trovava esposto alla Galleria Nazionale di Oslo. I ladri entraronoindisturbati all’interno del museo, sfondando soltanto una finestra per accedervi. Gli investigatori spiegavano la facilità del furto ricostruendo i fatti in questo modo: l’allarme scattò subito, ma il custode non ebbe il tempo di intervenire. Bastarono, infatti, solo 50 secondi per rubare l'opera e i ladri al suo posto lasciarono un biglietto, con su scritto: «Grazie per le misure di sicurezza così scarse». Per fortuna l’opera venne ritrovata integra, tre mesi dopo in un albergo di Åsgårdstrand. Grazie a due poliziotti in incognito i quali si finsero interessati all’ acquisto del dipinto per 250 mila sterline. Secondo le cronache di allora, il colpo fu rivendicato da un movimento di antiabortisti che avrebbero restituito il dipinto alla galleria solo se fosse stato trasmesso in televisione il documentario contro l’aborto intitolato "L’Urlo silenzioso". Ovviamente la proposta di scambio del movimento, non venne accettata. 

Il secondo furto

Solo 10 anni dopo il 22 agosto del 2004 avviene il secondo furto. Questa volta però ad essere trafugati furono due dipinti : L’Urlo e la Madonna. I ladri entrarono durante il regolare orario di lavoro, alle 11,10. Erano mascherati e armati di lupara, minacciarono i visitatori del museo e costrinsero le guardie a eseguire i loro ordini. La polizia norvegese fece del ritrovamento dei dipinti una priorità assoluta, fermando molte persone in quanto presunti complici del furto, e arrestandone cinque. Finalmente il 31 agosto del 2006 a distanza di due anni la polizia norvegese recuperò i dipinti. I quali furono danneggiati a causa delle inadatte condizioni di conservazione e dall’umidità. E fecero ritorno nella Galleria Nazionale di Oslo, dove ancora oggi sono esposte, solo nel 2008, dopo un restauro che restituì loro l’aspetto originale.

-Laura Russo

Arte e legalità: Tutela del patrimonio culturale

L’Italia è stata la prima nazione al mondo a inserire nella propria Costituzione la tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico. Con  la figura di Salvatore Settis, archeologo e storico dell'arte, riscopriamo l'articolo 9, uno dei principi fondamentali della nostra Carta che sostiene la cultura, la ricerca e le tante grandi bellezze del nostro paese e di tutto il mondo . Tutto ciò costituisce un patrimonio ricchissimo, ma al contempo fragile: proteggerlo e valorizzarlo è compito di tutti i cittadini. 

Il patrimonio culturale è un modo di vivere  che una comunità ha ereditato dalle generazioni precedenti e che trasmette alle generazioni successive e si riferisce a siti culturali, luoghi storici,  monumenti, oggetti significativi per l'archeologia e l'architettura, folklore e attività tradizionali.

Il patrimonio culturale offre alle persone un legame con determinati valori sociali, credenze, religioni e costumi, permettendo di identificarsi con altre popolazioni con background simili ottenendo un senso di unità e di appartenenza ad un gruppo e consentendo loro di comprendere meglio le generazioni precedenti, la storia che gli ha caratterizzati sino ad oggi e che ha permesso di ottenere la loro attuale identità, il loro legame con il passato, con il loro presente e con il futuro, indispensabile in un'epoca di globalizzazione in cui esso ci aiuta a ricordare la nostra diversità culturale sviluppando il rispetto reciproco ed un rinnovato dialogo tra culture diverse. Ma mi chiedo come possiamo preservarlo ?

Da qui l’importanza di educare alla bellezza , bisogna parlare di diritto alla bellezza perché credo profondamente che la bellezza debba diventare un motivo forte di consapevolezza democratica e civica . Oggi si fa un gran parlare del ripristino dell’educazione civica nelle scuole , del resto i cittadini si formano attraverso il senso di appartenenza ad un territorio, attraverso la  consapevolezza dell’identità culturale , attraverso il riconoscimento di valori comuni . In tale contesto è di fondamentale importanza l’insegnamento della storia dell’arte, da considerare non una disciplina dal contenuto generico ma al contrario una materia di grande studio e tutti i giovani dovremmo avere la possibilità di studiarla , ciascun cittadino deve avere la possibilità di comprendere il patrimonio e di cui è custode perché conoscere il patrimonio internazionale è la condizione fondamentale per garantirne la tutela ,la conservazione e la valorizzazione che sono preliminare alla corretta fruizione dei beni culturali del paesaggio .La conservazione del nostro patrimonio culturale è responsabilità di ogni popolo e per favorire ciò è necessario aumentare la consapevolezza sul patrimonio culturale nella nostra comunità al fine di identificare diversi strumenti utili per la loro conservazione.

Dobbiamo impegnarci a tramandarlo di generazione in generazione , insegnando loro ad essere orgogliosi delle proprie radici, accrescendo e diffondendo consapevolezza riguardo monumenti e la loro importanza, adottando un meticoloso rispetto civico per i siti storici di ogni città del mondo e non solo della propria , visitando biblioteche e musei che, soprattutto in questo caso, hanno un ruolo predominante legato alla conservazione ed alla promozione culturale nazionale ed internazionale: ricordiamo che è nostra responsabilità mantenere intatta la storia del mondo per la prossima generazione in modo che possano avere le stesse opportunità di conoscere il passato, in parte da noi stessi descritto e le proprie radici di cui noi stessi facciamo parte. Tuttavia oggi è sotto gli occhi di tutti che tale patrimonio nazionale e mondiale è minacciato da diversi eventi quali la distruzione che avviene durante interventi pubblici o realizzazioni ex novo, distruzione accidentale , per necessità militari  e ancora distruzione volontaria come oggetto di dibattito internazionale. Un evento tra i tanti che rientra in questa ultima categoria e che mi ha colpita molto è stato sapere che circa 20 anni fa, nel 2001, i Talebani afghani distrussero con la dinamite i monumentali Buddha di Bamyan, due enormi statue alte 55 e 33 metri scolpite nella pietra a 230 chilometri da Kabul. Uno dei crimini più odiosi contro uno dei Patrimoni dell'Umanità dichiarati dall'Unesco di cui si sono macchiati i Talebani sotto la guida del Mullah Omar, che considerava ''simboli pagani'' quelle rappresentazioni di inestimabile valore. Rispondendo alla denuncia globale per la distruzione dei Buddha, i Talebani risposero che l'azione era stata decisa per protestare contro l'attenzione che la comunità internazionale dimostrava per le statue mentre il popolo afghano soffriva la fame.

Non meno importante è la distruzione che sta colpendo il patrimonio artistico e culturale dell’Ucraina devastando teatri, musei , biblioteche , edifici storici , monumenti di rara bellezza che mai potranno tornare più in vita .

Da qui l’importanza di educare alla bellezza , bisogna parlare di diritto alla bellezza perché credo profondamente che la bellezza debba diventare un motivo forte di consapevolezza democratica e civica . Oggi si fa un gran parlare del ripristino dell’educazione civica nelle scuole , del resto i cittadini si formano attraverso il senso di appartenenza ad un territorio, attraverso la  consapevolezza dell’identità culturale , attraverso il riconoscimento di valori comuni . In tale contesto è di fondamentale importanza l’insegnamento della storia dell’arte, da considerare non una disciplina dal contenuto generico ma al contrario una materia di grande studio e tutti i giovani dovremmo avere la possibilità di studiarla , ciascun cittadino deve avere la possibilità di comprendere il patrimonio e di cui è custode perché conoscere il patrimonio internazionale è la condizione fondamentale per garantirne la tutela ,la conservazione e la valorizzazione che sono preliminare alla corretta fruizione dei beni culturali del paesaggio .

- Giulia Fontana

Arte e Legalità: Imbrattato un murales a Palermo

Un lungo sfregio cancella gli occhi di Paolo Borsellino.

Il murale di Paolo Borsellino realizzato dallo street artist di origini palermitane TvBoy in via Lungarini, in pieno centro storico, è stato sfregiato da ignoti con un cacciavite nella notte del 28 agosto 2022. L'opera si trova in via Lungarini a Palermo, in pieno centro. Ancora ignoto l’autore dell’atto vandalico che ha indignato i palermitani che risiedono nella zona. “Gente indegna”, commenta un passante. Il murale dedicato a Paolo Borsellino realizzato nel maggio del 2022, in occasione del trentennale delle stragi. Nel 2021 lo street artist, il cui vero nome è Salvatore Benintende, celebre in tutta Italia e anche in Spagna aveva "disegnato" Giovanni Falcone in via Serradifalco. Nei giorni scorsi, un'altra opera che raffigura i due magistrati palermitani assassinati nel 1992 è stata imbrattata a Roma. Lo sfregio di questa opera d’arte contemporanea che rappresenta in modo efficace la lotta alla mafia e l’impegno dei palermitani per riscattare la città dalla vergogna delle stragi, è l’ennesima sfida della mafia nei confronti dello stato.

Negli ultimi decenni in tantissime città del mondo gli artisti di strada, muniti di pennelli, colori, spatole e spray dipingono veri e propri quadri moderni a volte di dimensioni sorprendenti con precisi intenti politici, sociali e spesso di rivolta. La street art è la forma d’arte contemporanea più diffusa negli spazi publici del pianeta che meglio rappresenta l’immagine della comunità dove viene prodotta. Per questo, lo sfregio dei murales di Palermo e Roma è allo stesso tempo un’offesa intollerabile alla memoria di un simbolo della lotta alla mafia e un attacco ai cittadini onesti.

-Stefano Troni

Arte e Legalità: Il Vandalismo

Cos'è un atto vandalico riferito all'arte?

L'accezione originaria si riferiva dunque all'azione distruttiva nei confronti di opere d'arte o beni culturali. Per traslato ora viene genericamente riferito agli atti rivolti contro beni di qualsiasi natura. La triste storia degli atti di vandalismo nei confronti delle opere d’arte custodite nel nostro Paese ha radici lontane. Già il 21 maggio 1972, infatti, la Pietà di Michelangelo è stata vittima delle martellate da parte di un ungherese , all’interno della basilica di San Pietro a Roma. Mentre, diciannove anni dopo, un vandalo ha preso di mira un altro capolavoro del Maestro del Rinascimento italiano, scagliandosi contro il David a Firenze. Arrivando agli ultimi anni, due degli esempi di vandalismo più eclatanti sono: il danneggiamento nel novembre del 2016 della statua dell’Elefante di Bernini di piazza della Minerva a Roma, e lo scorso aprile lo sfregio, sempre nella Capitale, del monumento funerario del Beato Angelico nella basilica di Santa Maria sopra Minerva, una delle chiese più famose della città. Tra i monumenti storicamente più a rischio ci sono le fontane. In occasione del trionfo della Francia al Mondiale di calcio, ad esempio, diversi tifosi hanno preso d’assalto il monumento di Campo de' Fiori a Roma. La fontana, che si trova a pochi passi dall’ambasciata francese, è stata ispezionata oggi dalla Sovrintendenza capitolina, secondo la quale fortunatamente, a parte un'ingente operazione di pulizia, il monumento non avrà bisogno di interventi di riparazione. Bilancio positivo se confrontato a quello che è stato riservato alla Fontana della Barcaccia di Gian Lorenzo Bernini, in piazza di Spagna a Roma, finita vittima dei tifosi del Feyenoord in trasferta. In quell’occasione la fonte ha riportato danni stati stimati in milioni di euro. Destino simile è toccato ripetutamente anche ad un’altra opera del Bernini: la Fontana dei Fiumi di Piazza Navona, danneggiata nel 1997. Un uomo si tuffò nella vasca usando come trampolino la coda di uno dei mostri marini, spezzandola. Sculture e fontane non sono, però, gli unici bersagli di vandali e banali errori. Nel gennaio del 1998, ad esempio, durante la visita di una scolaresca ai Musei Capitolini di Roma sono stati danneggiati con diversi punti di matita tre quadri di Matisse: "La giapponese", "Pianista e giocatori di dama" e "Zorah in piedi". L’anno dopo a subire un destino simile è stato "Sentieri ondulati" di Jackson Pollock che, mentre era in esposizione nelle sale della Galleria di arte moderna, è stato imbrattato con un pennarello.

Ma come possiamo risolvere il problema del vandalismo?

Le misure per prevenire il vandalismo possono essere preventive e repressive. Per esempio: intensificare l’illuminazione pubblica e l’installazione di videosorveglianza nelle aree pubbliche dove gli atti vandalici sono frequenti, realizzare varie attività informative ed educative con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza sui danni del vandalismo, organizzare e gestire continuamente un database sugli atti vandalici, in base al quale verranno monitorate la frequenza di occorrenza e l’eliminazione delle conseguenze degli atti vandalici e verranno pianificate future attività, introdurre l’obbligo di rivestire le facciate in fase di ristrutturazione cofinanziate dal bilancio cittadino con un rivestimento protettivo alto fino a tre metri, con raccomandazione ai comproprietari condominiali di fare altrettanto. Per quanto riguarda le misure repressive si intendono tutte le attività e le azioni volte a punire gli atti di vandalismo che si verificano. Non appena individuano un danno cagionato da un atto vandalico, la polizia municipale informa la competente amministrazione della polizia affinché possa prendere i provvedimenti che rinetrano nella sua competenza al fine di identificare l’autore.

-Yasmine Ionela Copoeru