Cos'è un atto vandalico riferito all'arte?
L'accezione originaria si riferiva dunque all'azione distruttiva nei confronti di opere d'arte o beni culturali. Per traslato ora viene genericamente riferito agli atti rivolti contro beni di qualsiasi natura. La triste storia degli atti di vandalismo nei confronti delle opere d’arte custodite nel nostro Paese ha radici lontane. Già il 21 maggio 1972, infatti, la Pietà di Michelangelo è stata vittima delle martellate da parte di un ungherese , all’interno della basilica di San Pietro a Roma. Mentre, diciannove anni dopo, un vandalo ha preso di mira un altro capolavoro del Maestro del Rinascimento italiano, scagliandosi contro il David a Firenze. Arrivando agli ultimi anni, due degli esempi di vandalismo più eclatanti sono: il danneggiamento nel novembre del 2016 della statua dell’Elefante di Bernini di piazza della Minerva a Roma, e lo scorso aprile lo sfregio, sempre nella Capitale, del monumento funerario del Beato Angelico nella basilica di Santa Maria sopra Minerva, una delle chiese più famose della città. Tra i monumenti storicamente più a rischio ci sono le fontane. In occasione del trionfo della Francia al Mondiale di calcio, ad esempio, diversi tifosi hanno preso d’assalto il monumento di Campo de' Fiori a Roma. La fontana, che si trova a pochi passi dall’ambasciata francese, è stata ispezionata oggi dalla Sovrintendenza capitolina, secondo la quale fortunatamente, a parte un'ingente operazione di pulizia, il monumento non avrà bisogno di interventi di riparazione. Bilancio positivo se confrontato a quello che è stato riservato alla Fontana della Barcaccia di Gian Lorenzo Bernini, in piazza di Spagna a Roma, finita vittima dei tifosi del Feyenoord in trasferta. In quell’occasione la fonte ha riportato danni stati stimati in milioni di euro. Destino simile è toccato ripetutamente anche ad un’altra opera del Bernini: la Fontana dei Fiumi di Piazza Navona, danneggiata nel 1997. Un uomo si tuffò nella vasca usando come trampolino la coda di uno dei mostri marini, spezzandola. Sculture e fontane non sono, però, gli unici bersagli di vandali e banali errori. Nel gennaio del 1998, ad esempio, durante la visita di una scolaresca ai Musei Capitolini di Roma sono stati danneggiati con diversi punti di matita tre quadri di Matisse: "La giapponese", "Pianista e giocatori di dama" e "Zorah in piedi". L’anno dopo a subire un destino simile è stato "Sentieri ondulati" di Jackson Pollock che, mentre era in esposizione nelle sale della Galleria di arte moderna, è stato imbrattato con un pennarello.
Ma come possiamo risolvere il problema del vandalismo?
Le misure per prevenire il vandalismo possono essere preventive e repressive. Per esempio: intensificare l’illuminazione pubblica e l’installazione di videosorveglianza nelle aree pubbliche dove gli atti vandalici sono frequenti, realizzare varie attività informative ed educative con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza sui danni del vandalismo, organizzare e gestire continuamente un database sugli atti vandalici, in base al quale verranno monitorate la frequenza di occorrenza e l’eliminazione delle conseguenze degli atti vandalici e verranno pianificate future attività, introdurre l’obbligo di rivestire le facciate in fase di ristrutturazione cofinanziate dal bilancio cittadino con un rivestimento protettivo alto fino a tre metri, con raccomandazione ai comproprietari condominiali di fare altrettanto. Per quanto riguarda le misure repressive si intendono tutte le attività e le azioni volte a punire gli atti di vandalismo che si verificano. Non appena individuano un danno cagionato da un atto vandalico, la polizia municipale informa la competente amministrazione della polizia affinché possa prendere i provvedimenti che rinetrano nella sua competenza al fine di identificare l’autore.
-Yasmine Ionela Copoeru