È il 17 febbraio 2022, data salita agli onori della cronaca contemporanea per essere stata la data di riapertura delle ostilità tra la Russia e l’Ucraina. A fare le spese di questa guerra insensata e atroce non sono soltanto le popolazioni dei due schieramenti, storicamente sorelle, legate da antichissimi rapporti culturali (ricordo che il Rus' di Kiev fu il nucleo che avrebbe dato alla luce il futuro Impero Russo) e stremate da quasi un anno di guerra; ma anche il patrimonio culturale che soprattutto in Ucraina è stato fortemente danneggiato dai bombardamenti Russi; ne è un esempio il teatro di Mariupol [immagine di copertina], che è stato quasi completamente raso al suolo.
Per dare un'idea della gravità dei danneggiamenti al patrimonio culturale ucraino, stando a dati UNESCO, si tratterebbe di oltre 150 siti danneggiati di cui 45 nella sola regione di Donetsk, 40 nella sola regione di Charkiv e 26 nella regione di Kiev; tra cui edifici storici e religiosi, centri culturali, monumenti, musei e biblioteche. Essi non sono solo piccoli danneggiamenti dovuti a ”necessità militari” ma deliberati attacchi all’identità culturale di un intero popolo
Per comprendere completamente la gravità degli atti commessi in Ucraina, prendiamo in considerazione la sentenza della Corte Penale Internazionale dell'Aja riguardo Ahmed Al Faqi Al Mahdi, in cui è stato evidenziato che:
Dirigere intenzionalmente un attacco contro monumenti storici ed edifici dedicati al culto costituisce un crimine di guerra.
Inoltre la corte ha anche spiegato che:
Ciò che rende questo crimine così grave è il fatto che si tratta di un profondo attacco all’identità, alla memoria e, quindi, al futuro di intere popolazioni. Si tratta di un crimine contro ciò che costituisce la ricchezza di intere comunità, ed è dunque un crimine che ci impoverisce tutti e danneggia i valori universali che siamo tenuti a tutelare.
Detto ciò appare evidente che le innumerevoli devastazioni contro il patrimonio culturale ucraino non faranno altro che aggiungersi alla lunga lista di crimini di cui la Russia si sta macchiando.
L’arte è parte integrante della cultura di un popolo e vedere quest’arte preda di insensate violenze mi rattrista molto e spero che i resposabili paghino per aver privato un popolo di parte del suo passato e, di conseguenza, di un briciolo del suo futuro; fermo restando che la devastazione più grande sarà comunque l'immane perdita di vite umane che questo conflitto ha prodotto.
-Gioele Rosana