Dopo aver visitato l’Etna e aver visto con i nostri occhi esemplari di rocce basaltiche…. La visita è continuata al palazzo delle scienze dell’università di Catania, in cui l’esperienza è stata divisa in due parti:
-la prima: guidati dal dottor De Giorgio, in una delle classi dell’università, abbiamo esaminato più attentamente, a occhio nudo, dei particolari tipi di rocce: sia alcune trovate qualche ora prima in natura, sia alcuni tipi di rocce non tipiche del territorio dell’etneo.
-la seconda: guidati dal dottor Russo, in un laboratorio dell’università, abbiamo avuto l’occasione di esaminare tramite dei microscopi elettronici, delle sezioni di rocce basaltiche in cui è stato facilissimo individuare e poter ammirare i minerali presenti all’interno (è stato così semplice individuare i minerali che a occhi nudo sembravano quasi impercettibili perché il microscopio elettronico ha ingrandito l’immagine della roccia di circa 300.000 volte).
Prima parte:
le rocce che abbiamo visto sono state molteplici. A partire dalle rocce già viste precedentemente sull’Etna:
basalto: è una roccia effusiva di origine vulcanica, con questo termine s’intendono tutte quelle rocce magmatiche che vengono prodotte dalla solidificazione della lava sulla superficie terrestre. Il basalto generalmente è di colore nero o comunque scuro.
Composto da plagioclasio calcico e pirosseni, oltre che da gabbro, è caratterizzato da un aspetto che va da prolifico a microcristallino o vetroso.
Come si può notare dalle foto sopra riportate, questa roccia è di colore grigio con tante “macchioline”, queste sono i minerali che possono essere di due colori: neri, chiamati “Pirosseni” appartenenti alla classe dei silicati contenenti magnesio, ferro e calcio; o verdi che prendono il nome di “Olivina” che vengono classificati come nesosilicati (particolare classe che assume una struttura cristallina composta da tetradi Z-O)
Granito: è una roccia cristallina di origine plutonica. I minerali che compongono un granito sono soprattutto quarzo e feldspato (plagioclasio e le miche ( come la biotite) sono altri minerali contenuti in abbondanza nel granito, ma secondari ai primi due citati). Questi due minerali sono i più abbondanti nella crosta terreste, perciò il granito è la roccia più presente sulla crosta terrestre.
Questa roccia si riconosce perché ha dei cristalli grandi, e ben definiti, di quarzo, feldspato, plagioclasio o mica.
Calcari organogeni: si formano per lo più in ambiente marino e derivano dall'accumulo di resti di organismi unicellulari o di gusci calcarei come le conchiglie o i gusci degli invertebrati. I gusci sono formati prevalentemente da carbonato di calcio(CaCO3), minerale noto come calcite, e sono tra le rocce organogene più importanti. Questi calcari possono formarsi principalmente ad opera di due diversi tipi di organismi:
Fitoplancton: gli organismi fotosintetici che prelevano l'anidride carbonica disciolta in acqua e fanno precipitare il carbonato di calcio, il quale viene poi trattenuto ed accumulato dagli stessi cianobatteri e batteri, che formano delle strutture carbonatiche a strati chiamate stromatoliti.
Organismi costruttori: sono ad esempio i coralli e le alghe calcaree che popolano le scogliere coralline dei mari tropicali. I polipi dei coralli, durante tutta la loro vita, prelevano il carbonato di calcio disciolto in acqua e lo fissano, creando le strutture delle costruzioni coralline.
Anfibote a granato/ortoanfioboliti:
L'anfibolite è un roccia metamorfica di colore verde o grigio scuro, formata principalmente da anfibolo orneblenda e da plagioclasio (miscela di silicati di sodio e calcio in diverse proporzioni); come componenti accessori vi sono biotite, clorite, titanite, epidoto, granato.
Assai frequente, specialmente nelle anfiboliti granatifere, è una struttura diablastica, ossia di microimplicazione tra due componenti minerali, come anfibolo orneblenda e plagioclasio, e tra granato e uno dei due precedenti.
Le anfiboliti sono collegate geneticamente, alle rocce eruttive basiche dalle quali derivano per metamorfismo e allora prendono il nome di ortoanfiboliti. Le paraanfiboliti invece derivano da rocce sedimentarie in genere marnose e in tal caso hanno una composizione mineralogica più varia. Le anfiboliti possono avere anche origine metasomatica derivando da calcari o dolomie impuri che hanno reagito con soluzionicontenenti silice, magnesio e ferro.
Seconda parte:
dopo una breve descrizione sul microscopio e qualche informazione sul corretto utilizzo; abbiamo subito analizzato dei vetrini:
Basalti:
I basalti sono lave solidificate che vennero a giorno a temperature anche superiori ai 1000 gradi. Quando un vulcano erutta, i suoi prodotti sono sempre in parte liquidi, in parte solidi e in parte gassosi. Nella parte solida vi sono spesso cristalli di minerali che si formano a temperature persino più alte della lava che ha formato il basalto. Questi cristalli si sono formati ad una profondità di decine di chilometri dentro la crosta terrestre. Visti al microscopio questi grandi cristalli sono nitidi e presentano colori sgargianti. La parte liquida ci appare come un aggregato di cristalli piccolissimi, che in queste immagini fanno da contorno ai cristalli più grandi. Per gli studiosi questi micro-cristalli sono importantissimi, perché ci portano notizie da profondità che non possono essere esplorate direttamente.
Plagioclasio: sono i minerali più comuni del gruppo dei feldspati, in quanto nella crosta terrestre il calcio (3.6%) è molto più abbondante del patassio (2.8%). I plagioclasi formano una soluzione solida continua tra i termini estremi albite e anortite. I plagioclasi sono stati divisi arbitrariamente in base al contenuto anortitico (in Ab wt%) in sei membri:
albite (Ab90 - Ab100), oligoclasio (Ab70 - Ab90), andesina (Ab50 - Ab70), labradorite (Ab30 - Ab50), bytownite (Ab10 - Ab30), e anortite (Ab0 - An10).
\ Tale suddivisione, pur non avendo nessun valore strutturale, è tuttavia molto utile, in quanto i plagioclasi sono minerali estremamente comuni in tutte le rocce ignee e la loro composizione varia a seconda del tipo di roccia. Ad esempio, plagioclasi sodici (oligoclasio) sono comuni in rocce acide come i graniti, plagioclasi più calcici (labradorite) sono comuni in rocce basiche come i gabbri, e plagioclasi intermedi in rocce come le sieniti e le andesiti.
\ Infine il dottor Russo ci ha illustrato una tavola, molto utile per i geologi che lavorano spesso in laboratorio, in cui sono illustrati almeno un vetrino per ogni classe di minerale, in questo modo risulta ai dottori molto più semplice riconoscere che minerale ha davanti.
- D’Alpa Nausicaa ,Martorano Camilla, Di Raimondo Renata , Larosa Marianna